Un’attività ritenuta povera di contenuti tecnici e che, invece, è cresciuta e si è evoluta puntando sulla robotica e sull’automazione. Parlare di pulitura dei metalli significa, infatti, abbracciare un settore complesso, dove le capacità dei tecnici si rispecchiano non solo nella sensibilità gestionale e organizzativa delle moderne tecnologie, ma anche nella padronanza dell’impiego degli abrasivi e dei materiali di consumo alla base del processo. Non solo tecnica, quindi, ma anche un know-how che non può prescindere dalla lunga esperienza maturata quando il contatto con il pezzo da pulire era diretto e la “pulisoia” rappresentava l’unico strumento di lavoro. La gavetta dunque, come scuola insostituibile in un lavoro che ha ormai raggiunto gradi estremi di specializzazione. Proprio la gavetta ha cresciuto i fratelli Pietro ed Enrico Inselvini, pulitore d’estrazione il primo, tornitore il secondo, che nella pulitura dei metalli credono nel 1961 quando aprono l’attività a Noboli di Sarezzo. Noboli di Sarezzo si trovava nella zona ideale per soddisfare le richieste delle aziende dell’area triumplina e valglobbina che, anche allora, avevano bisogno del just in time.
L’attività si sviluppa dunque nel regno delle pentole, casalinghi e rubinetteria e, fin dai primi anni, i due fratelli si dedicano con particolare attenzione all’acciaio, la bestia nera dei pulitori. Nel 1967 l’azienda passa nelle mani di Enrico che lavora nella Valle fino al 1980 quando, per esigenze di spazio, trasferisce la sede a Concesio, dove rimarrà fino al 1988. “Allora il lavoro era manuale – ricorda Enrico – ma proprio nella manualità e la mancanza dell’intermediazione delle macchine automatiche permetteva ai tecnici di apprendere i tanti segreti che formano un pulitore finito. Non è vero che questo lavoro è povero di professionalità: lo dimostra il fatto che noi siamo sempre stati conosciuti per la nostra abilità con l’acciaio, una prerogativa che ha indirizzato il nostro campo operativo e ci distingue anche oggi in Italia”.
Dalla manualità totale all’automazione il passaggio è stato notevole, praticamente un cambiamento radicale nell’approccio: ”Abbiamo avuto il tempo per abituarci – spiega Enrico –. La robotica offre un’opportunità incredibile, ma un’azienda artigiana che si converte alle tecnologie dell’ultima generazione deve sopportare un impegno finanziario notevole e deve anche cambiare il modo di pensare il lavoro. Servono i giovani per cambiare passo e, nella nostra azienda, il passaggio si è concretizzato unendo la mia esperienza alle vedute più aperte alla tecnologia di mia figlia Sabrina e mio genero Albino Vivenzi”. Nel 1997 la ditta diventa S.N.C. e ad Enrico Inselvini si affianca proprio la figlia Sabrina che, oltre ad occuparso dell’amministrazione, approccia anche il settore della robotica. L’inserimento delle macchine automatiche e delle tavole rotanti è progressivo e si è reso necessario il trasferimento nella sede attuale, sempre a Noboli di Sarezzo, in un capannone di 1300 metri quadrati. Alla “Inselvini Enrico” lavorano per i settori della rubinetteria, delle auto clavi, dei cerchi in acciaio per auto, dei casalinghi. L’attività si è sviluppata anche oltre i confini della provincia, tanto che la ditta sarentina ha riferimenti precisi in Veneto e in Emilia. “Con la nostra esperienza e le nuove tecnologie – conclude Enrico Inselvini – ci siamo ricavati una solida nicchia di mercato”.